La passione per le geometrie, per la staticità e la rigidità del cemento degli edifici in contrasto con la forza propulsiva e vitale della natura, mi ha spinto ad intraprendere la strada dell’abbandono.
In questo lungo progetto ricreo il ritratto di luoghi abbandonati che vengono gradualmente inghiottiti dall’ambiente e dalla natura circostante.
Oggetti ed edifici, cambiano forme, si riempiono di ruggine e perdono la loro funzione, diventando semplici cimeli che il tempo modifica inesorabilmente.
Un lento ritorno alle origini, uno sguardo malinconico e poetico su quello che è lo scontro primordiale uomo-natura.